domenica 29 gennaio 2012

STANOTTE

Ora ho 20 anni.
È ottobre, credo, non fa freddissimo.
Ma ho i brividi e il mio pigiama è ancora quello leggero dell'estate.
Ho la febbre.
Sono in una stanza molto grande.
Non riesco a capire se il tempo è brutto o bello perchè ci sono delle pellicole translucide che coprono le enormi finestre.
Le mattonelle sono divelte in alcuni punti e il muro pieno di muffa.
Tocco una sedia a dondolo scricchiolante con sopra un cuscino ricamato a mano.
Pieno di polvere.
La stanza non ha porte, solo finestre.
E con la coda dell'occhio riesco a vedere delle ombre.
Le ombre guardano me.
Giro in tondo per capire.
E la stanza ha sempre più lati, sempre più angoli.
Mi gira la testa e mi siedo sul pavimento lurido.
Mi alzo schifata.
Spazzo via la sporcizia dai pantaloncini del pigiama.
E mi risiedo.
Perchè si.
Per terra davanti a me ci sono quattro carte.
Giro la prima.
Un sei di quadri.
Giro la seconda.
Un nove di picche.
Giro la terza.
Ma mentre la giro, la prima carta inizia a girarsi per tornare coperta.
La terza carta è un tre di cuori.
La prima carta è tornata coperta.
Riscopro la prima carta.
Così facendo copro la seconda.
Scopro di nuovo la seconda, e si scopre anche la quarta.
Una donna di fiori.
Ora tutte le carte sono scoperte.
Le osservo.
Sono talmente concentrata sulle carte da non accorgermi che le ombre mi hanno circondata.
Alzo la testa.
E le ombre si ritirano nei muri.
Rapide come fumo nero risucchiato.
Ho brividi di freddo forti come convulsioni.
E il piumone è appiccicato al mio corpo sudato.
Non era un sogno.
Sapevo di essere qui.
Sempre saputo.
Ma ero anche lì.
Forse un delirio della febbre.
Forse altro.
Ma non era un sogno.
Giuro.

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